Ricordiamo Auschwitz!

 

 

New poems book in Italian: Halina Birenbaum: LA MIA VITA È COMINCIATA DALLA FINE, (My Life Begun from the End)

 Grosseto Italy,  Jan 2014, edizioni effigi

La mia vita è cominciata dalla fi ne ed è tornata all’inizio Sono resuscitata Nulla è stato vano poiché la speranza è l’ultima a morire. In me la forza non si è arresa Io ne sono la prova.

Questo libro nasce da un progetto di traduzione che Fabio Cicaloni, docente di tedesco presso il Liceo Statale “Antonio Rosmini” di Grosseto, ha svolto con i suoi studenti dell’ultimo anno fra il 2012 e il 2013. Il risultato è una raccolta di poesie sentita e partecipata, in cui gli studenti hanno donato un po’ della loro vita alla memoria di  coloro ai quali la vita fu negata. La scelta di tradurre Halina Birenbaum è stata dettata dal fatto che le sue opere non sono mai state pubblicate in Italia, mentre la poetessa è conosciutissima in tutto il mondo per il suo impegno e la sua missione a ricordare gli orrori della Shoah, affi nché non si ripetano più.

Il titolo della raccolta, che è anche il titolo della prima lirica, rappresenta in modo profondo e chiaro il percorso della poetessa: una vita che è cominciata conoscendo la morte e che solo dopo la liberazione del 1945 ha potuto conoscere la vita. Halina stessa defi nisce questa esperienza una resurrezione, una rinascita completa che la rende consapevole di essere scampata alla morte per uno scopo: essere memoria vivente dell’Olocausto.

Per questa ragione i componimenti sono una rappresentazione sinestetica del dolore: una miscela di sensazioni olfattive, tattili, gustative, visive e uditive che Halina non può dimenticare e che sono impresse nella sua anima, come il numero di Auschwitz è impresso indelebile sul suo braccio. Un numero che non è sbiadito, che non ha perso la sua leggibilità, così come la sua memoria non ha lasciato neanche un secondo della sua esperienza. Si defi nisce il nastro di un registratore Halina – era solo una bambina all’epoca – e i tedeschi ne sottovalutarono la forza nascosta, la capacità di ricordare che può avere anche una briciola.

Nata nel Settembre del 1929, aveva solo dieci anni quando scoppiò la guerra. Per sopravvivere alla persecuzione del 1942, la madre le cucì delle spalline più alte alla giacca, le pizzicò le guance per farla sembrare più grande, e le impose di dire di avere diciassette anni, perché se le SS avessero solo intuito che fosse una bambina, l’avrebbero subito mandata alla camera a gas.

 

Nella sua adolescenza ha conosciuto per due anni terribili la vita nel ghetto di Varsavia e, successivamente, la non-vita nei campi di Majdanek, Auschwitz-Birkenau, Ravensbrück e Neustadt-Grewe, dove fu liberata nel 1945. La Shoah le ha portato via tutta la famiglia.

 

Scampata più volte alla morte per pura casualità, Halina ha capito di avere una missione importante per il resto della sua esistenza: testimoniare quello che accadde in quegli anni ed esserne con forza la viva memoria.

 

Dal 1947 si è trasferita in Israele dove si è ricostruita una famiglia. Oggi è sposata e ha due figli e vive con la speranza che nulla di quanto è accaduto possa essere dimenticato.

 

Tra i suoi lavori:

Hope is the last to die (Nadzieja umiera ostatnia), 1967. tradotto in inglese, tedesco, francese, giapponese ed ebraico;

Return to ancestors’ land (Powrót do ziemi praojców), 1991.

 

Questa è la prima raccolta di poesie di Halina Birenbaum tradotta e pubblicata in Italia.

 

Invitation for the presentation of the book, on Holocaust International Memorial Day 27.01.2014

 

 

The Poems Book , Halina Birenbaum:

 LA MIA VITA È COMINCIATA DALLA FINE

 

The poems were translated by the students under the guidance  of Fabio Cicalioni and a Polish student Anna Niewczas

 

Halina Birenbaum with Fabio Cicaloni, docente di Lingua e civilta' tedesca c/o Liceo "A. Rosmini" di Grosseto

 

Le poesie di Halina e le parole dei miei studenti

 

Quando ho proposto ai miei studenti questo progetto, ho avvertito subito il senso di sacralità che essi davano a questa

esperienza. Accostarsi alle poesie di Halina Birenbaum signifi cava per loro accostarsi al suo intimo, entrare nel suo animo e osare dare senso in un’altra lingua alla sua voce. Nessuno di loro si sentiva all’altezza di farlo e nessuno era sicuro di tradurre bene, neanche quando il verso era formato da una sola parola, anzi, proprio allora vivevano l’inadeguatezza di chi traduce un mondo che non gli appartiene.

 

Ho dato loro il tempo per entrare nella realtà di questa donna. Ho fornito loro gli strumenti per conoscerla, per capire ciò che lei aveva vissuto.Poi li ho lasciati liberi, liberi per mesi di poter fare e disfare la loro opera, lavorarci come un artista che affi na il suo lavoro, come un artigiano su un paio di scarpe.

 

Quando me le hanno restituite tradotte, le poesie di Halina avevano assorbito un po’ della loro vita e i miei ragazzi erano riusciti a entrare nella vita di lei, pur non conoscendola, non avendola mai incontrata personalmente. Ma in quelle poesie c’era un grande incontro umano. Halina aveva loro permesso di capire il senso di una tragedia che supera i libri di storia e che oltrepassa il senso di mille narrazioni. Le sue poesie, talvolta brevi, altre volte lunghissime, sono accostamenti sinestetici che hanno portato i miei ragazzi a sentire, vedere, odorare, toccare e udire il dolore di un’esperienza terribile di una bambina di dieci anni, raccontata da una donna di ottanta.

 

Il titolo della raccolta è quello della poesia che la apre e rende bene l’idea di una vita che è cominciata dalla morte per poi tornare alla nascita, che l’autrice stessa defi nisce una resurrezione. Le poesie sono state scritte da Halina in due lingue, ovvero in polacco, sua lingua madre, e in tedesco con l’aiuto di vari amici. I miei studenti le hanno potute assaporare in tedesco, ma il caso ha voluto che una studentessa fosse madrelingua polacca e, per questo, la revisione delle traduzioni ha tenuto conto costantemente dell’originale in polacco, per quanto la versione tedesca gli fosse già completamente aderente.

 

La fatica per arrivare alla pubblicazione è stata tanta, ma ne è valsa la pena. Un ringraziamento va a tutti quelli che hanno collaborato alla realizzazione di questo volume, ma quello più grande va ai miei studenti, che mi hanno regalato con il loro impegno e la loro forza un ricordo indelebile.

Fabio Cicaloni
insegnante di lingua e civiltà tedesca
 del Liceo “A. Rosmini” di Grosseto

Yael Halina and Anna

 

Maremmanews: grande partecipazione alle celebrazioni per la giornata della memoria

 

 
       

 

 

Halina Birenbaum: Ricordo il loro amore reciproco, la loro passione per la vita.  Ai giovani, in occasione del 60mo anniversario dalla liberazione di Auschwitz

 

 

Grosseto...  26.01.14

Moje włoskie spotkania...

My Italian Meeting...

äîôâů äŕéčě÷é ůěé...

 

 

Halina Birenbaum

 

 Vita come speranza

Life as hope – Italian fragment
Translated by Angela Olivia

 

Posted in ZCHOR since 2007

 

 

Poems translated to Italian posted in ZCHOR since February 2006:

 

Halina Birenbaum

 

Poesia

 

Translated  from Polish to Italian by Mauro Corso, marzo 2006

 

Halina Birenbaum

 

La mia vita è iniziata dalla fine

(Moje życie rozpoczęło się od końca)

 

La mia vita è iniziata dalla fine

Prima ho conosciuto la morte,

Poi – la nascita

Cresciuta nell’odio, nel regno della distruzione,

Soltanto dopo ho conosciuto la creazione

Ho respirato al buio, nel pericolo, nell’appassir dei sentimenti

Questa l’atmosfera dell’infanzia

E soltanto dopo ho visto la luce

Soltanto dopo ho visto il fiorire.

Ho saputo sempre dell’amore

Quando era tremendo e anche peggiore

Persino all’inferno c’era! L’ho incontrato.

La mia vita è iniziata dalla fine e soltanto dopo

È tornata all’inizio. Sono risorta.

Non è stato vano, non è stato vano,

Perché il bene, non è meno potente del male

E così c’è in me forza

Ne sono la prova.

 

25.02.83

 

 

 

Halina Birenbaum

 

I versi sono una lingua

(Wiersze to język)

 

I versi sono lacrime

Un pianto senza voce

Un dolor crescente

Una rivolta interiore:

I versi sono una lingua insolita

Che permette nel silenzio la parola

Un rifugio

Se ci si perde nel folto

Della vita.

 

26.12.85

 

 

Halina Birenbaum

 

Poesia dimenticata

(Zapomniany wiersz)

 

Una poesia dimenticata nel cassetto

Cristallizzata al buio

In attesa di una luminosa ora

Nell’ignominia dimenticata

Inutile

O forse un tesoro disprezzato?

06.04.87

 

 

Halina Birenbaum

 

Maledetta scrittura

 

(Przeklęte pisanie)

 

Maledetta scrittura

Ogni lettera e parola

Sulle guerre

Di ieri oggi una volta

Paura per la prossima

E memoria per la peggiore di tutte

All’origine della mia vita

Ritorna sempre da me in sonno e in veglia

Come il ricordo del primo amore

(Che paragone!)

 

Maledetta scrittura

Per la sua implacabile minaccia

E per la vita nella sua eterna ombra.

30.03.91

 

 

Halina Birenbaum

 

Qualcuno mi ha detto

 

(Ktoś mi powiedział)

 

Qualcuno mi ha detto una frase

Che non ho sentito mai

Qualcuno mi ha mostrato una sensazione

Ancora non incontrata

Qualcuno ha stretto forte

La mia mano e ha detto:

Vorrei poterti dire tutto

Quel che non si può

 

1982

 

 

Halina Birenbaum

 

Confiteor

 

(Confiteor)

 

Mi confesso ad estranei

Tramandando senza posa

La storia dello sterminio

Gli ascoltatori tacciono

Sbalorditi

Su nulla chiedono:

Non capiscono oppure

Troppo si identificano?

Le loro lacrime e gli sguardi

Calano sul mio cuore

Come fiori.

 

22.02.83

 

 

Halina Birenbaum

 

Si dice

 

(Mówią)

 

Si dice che

Nella tristezza la gente abbandona

Si dice che

Nella tristezza riconosci gli amici

Ed io

Proprio nella gioia son rimasta

Sola

Nella gioia proprio

E la gioia

Si è mutata in tristezza.

 

27.03.88

 

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OLOKAUSTOS

First posted on  March 9th, 2006

Last updated on February 14th, 2014

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